Arte cinese al Guggenheim di New York

Da Baby Boomer a Millennial / The Economist / 13 Ottobre 2017


L'arte contemporanea cinese viene presentata al museo Guggenheim di New York. A molti degli artisti è stata vietata l’esposizione delle opere in Cina, ma il loro lavoro offre una prospettiva unica su un paese che censura l'espressione culturale.
Una generazione di artisti cinesi esibisce il loro lavoro al Museo Guggenheim di New York.

Le installazioni artistiche coprono un periodo di 20 anni, dalla repressione delle proteste in piazza di Tiananmen nel 1989, fino all'ottimizzazione della Cina alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.
Dopo il 1989 il Partito Comunista dovette trovare un equilibrio tra la rapida crescita economica e il mantenimento del controllo della società.

Alexandra Munroe è curatrice della mostra che mira a portare l'arte contemporanea cinese ad un pubblico occidentale. Se questa mostra fosse stata programmata in Cina, dichiara la curatrice, sicuramente sarebbe stata chiusa.
La cultura di questo paese è fortemente censurata e il governo cinese controlla tutto ciò che vedono i cittadini, nonché le immagini e le informazioni che lasciano il paese.

Alla fine del ventesimo secolo, la Cina ha abbracciato la globalizzazione che influenza molti degli artisti.
Come molti artisti al momento, Xu Bing ha lasciato la Cina dopo la repressione delle proteste in piazza Tiananmen e si è trasferito a New York alla ricerca della libertà culturale in Occidente. Xu Bing combina la polvere che ha raccolto dal Ground Zero con un proverbio buddista antico per mostrare come l'est si incontra con l’ovest.

Dal momento in cui l'economia cinese è esplosa, la Cina ha intrapreso un periodo di rapida urbanizzazione che ha trasformato radicalmente le città. Negli ultimi 35 anni la popolazione urbana cinese è cresciuta di mezzo miliardo. Mentre la Cina diventa più ricca, la sua scena artistica contemporanea è fiorente, ma gli artisti devono ancora affrontare restrizioni che vigono all’intero del paese. L'arte visiva della Cina è un quadro delle contraddizioni perché mentre il paese sta prendendo un posto di primo piano sulla scena mondiale allo stesso tempo sta reprimendo la libertà culturale e di parola.