Brexit: dichiarazione sui voti futuri e estensione dell'articolo 50
Theresa May ha promesso ai parlamentari un voto per ritardare l’uscita del Regno Unito dall'UE il 12 di marzo. In caso il governo non abbia l’appoggio dei parlamentari, sarebbe tenuto ad elaborare una mozione da presentare entro il 13 di marzo, in cui viene chiesto alla Camera di accettare o meno l’uscita del paese dall’Unione senza un accordo.
La signora May sta facendo una dichiarazione ai parlamentari sulla Brexit, tra la minaccia di una rivolta dei ministri sostenitori di Remain. L’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione sarà addotta solo alla volontà dei parlamentari; secondo le parole di Theresa May, il Regno Unito lascerà l'UE senza alcun accordo se "esiste un consenso esplicito per tale risultato". Il leader laburista Jeremy Corbyn ha accusato il primo ministro di aver tentato di "stringere" il processo Brexit.
Theresa May ha dichiarato ai parlamentari che non ha intenzione di estendere l'articolo 50 del TUE perchè il suo obiettivo principale è quello di trovare un accordo prima del 29 marzo ed effettuare un’uscita secondo le tempistiche richieste dai trattati europei.
I parlamentari potranno però votare un "breve, limitato" ritardo alla Brexit se rifiuteranno il suo accordo e l'uscita senza alcun accordo dall’UE. Un’estensione dei tempi sarebbe un colpo basso per tutti coloro che hanno votato “leave” al referendum del 2016; inoltre, non permetterebbe un’uscita senza accordo dall’Unione.