Ci sono segnali di rottura di trend nei mercati emergenti?
Boris Schlossberg di BK Asset Management e Gina Sanchez di Chantico Global discutono dell'ETF azionario dei paesi emergenti Equity Emerging Markets con Eric Chemi.
L’indice EEM sta compiendo la sua performance migliore dal 2009, mentre l’indice ETF asiatico si sta spingendo verso il 32% quest’anno. Gli ultimi due mesi tuttavia non sono stati così positivi per quest’ultimo: è solo un andamento momentaneo oppure l’andamento si protrarrà fino al 2018?
Nei mercati emergenti c’è un'ampia serie di azioni e le più grandi holdings nel EEM sono quelle cinesi in nell’ambito tecnologico (Alibaba e Baidu sono due tra le maggiori).
Queste holdings hanno delle storie diverse dal resto dei mercati emergenti. Sul fronte tecnologico i mercati stanno rallentando, dichiara Gina Sanchez, nonostante la crescita sia ancora in espansione.
In paesi come la Malesia, l’Indonesia e la Corea le aspettative sulla crescita aumenteranno e ciò continuerà ad essere un elemento a favore dell’espansione.
Ci sono inoltre venti che vanno in direzione opposta alla crescita nei mercati emergenti in generale; si può osservare infatti uno cambiamento nella politica monetaria che diventerà sempre più stringente.
Questa politica monetaria si rivelerà presto un grosso rischio per i mercati emergenti. Una forte pressione inflazionistica sarà un altro fattore di rischio da tenere in considerazione.
Secondo Boris Schlossberg il punto chiave di questi mercati emergenti sono i bonds.
La maggior parte del debito nei mercati emergenti è prezzato in dollari e se i tassi americani inizieranno ad alzarsi, il dollaro si apprezzerà e le azioni di questi mercati potrebbero fungere da indicatore per un loro prossimo crollo.
Per ora dal lato del commercio la situazione è stabile e positiva, ma di fronte a noi ci sono dei possibili rischi e dobbiamo essere preparati per affrontarli nel migliore dei modi.