Come la pandemia ha distorto il tempo
I colori sono molto simili al tempo: relatività e non linearità possono essere associate all’ultravioletto e ai colori cosiddetti “impossibili” ovvero che i colori che possiamo misurare ma non siamo in grado di vedere. Il tempo, inoltre, è continuo: non possiamo dire con precisione dove finisce un’ora o dove termina un giorno così come non possiamo stabilire con certezza dove il rosso diventa arancio.
Tuttavia, nel corso dei secoli, l’umanità ha diviso e organizzato il tempo. Con la pandemia tutto è cambiato: le feste sono state cancellate da una serie di giorni segnati dalla stessa routine. La quarantena ha creato molta confusione temporale e, allo stesso tempo, ha reso il tempo molto più importante nella nostra vita.
Alcuni studi mostrano che la percezione del tempo può variare in base ai colori e alla musica: alcuni esperimenti infatti, hanno dimostrato che se osserviamo un video con toni di rosso e uno con toni di blu, il primo ci sembrerà più veloce. Una musica con un ritmo molto ritmato rallenta il tempo mentre un ritmo veloce lo accelera. I colori differiscono però dal tempo rispetto al modo in cui vengono indicati: l’uomo usa quello che lo circonda per dare un nome ad un colore e proprio per questo motivo ogni sfumatura ha un nome.
Per quanto riguarda il tempo, invece, il nostro vocabolario è limitato e cercare di descrivere il tempo passato in questi mesi di quarantena appare impossibile se non troviamo nuovi nomi per descrivere il “nuovo” tempo. I giorni e mesi sono passati in un soffio cristallizzando gli istanti e creando una distorsione comune nella percezione dei mesi passati in casa. Forse, proprio perché non abbiamo visto questo tempo pur essendoci stato, potremmo indicare questo tempo come “tempo impossibile”.