Crisi della Siria: l'Ovest continua a fallire

Macroeconomia e Politica / Financial Times / 16 Aprile 2018


La rappresaglia contro l'attacco di armi chimiche in Siria potrebbe alleviare brevemente il senso di colpa occidentale sulla tragedia del paese e potrebbe anche rafforzare l'immagine di sé del presidente americano Donald Trump, ma non può essere un sostituto valido per una politica, sostiene il vice redattore del Financial Times, Roula Khalaf.

Era davvero necessario rispondere con un attacco in Siria? Si, assolutamente, e per due ragioni: c’era una linea rossa per quanto riguarda l’uso di armi chimiche e inoltre c’era la necessità di sottolineare il divieto internazionale sull’uso di armi chimiche.

La missione è stata portata a termine? Solitamente un leader non dovrebbe mai dire una cosa simile, a maggior ragione il presidente americano. È possibile che il regime di Al-Assad usi nuovamente armi chimiche? Si, è possibile dato che non è la prima volta che un evento del genere accade.

Gli attacchi non hanno minimamente cambiato la bilancia dei poteri in gioco e questa bilancia è ancora in favore del regime siriano. Il problema maggiore in questo caso è che non esiste una consistente politica occidentale nei confronti della Siria. 
L’unica soluzione sarebbe quella di premere sull’Iran affinchè il regime inizi un negoziato.