Energia nucleare: perché è così impopolare?

Macroeconomia e Politica / The Economist / 05 Marzo 2021


Il crollo di una centrale nucleare a Fukushima, in Giappone, dieci anni fa ha alimentato le ansie sull'energia nucleare. Tuttavia, il nucleare è una delle forme di energia più sicure, affidabili e sostenibili e la decarbonizzazione sarà molto più difficile senza di essa.

Un reattore nucleare crea energia attraverso la fissione nucleare, un processo con cui gli atomi di uranio sono divisi e rilasciano energia. Nel centro di un atomo il nucleo contiene protoni e neutroni e nel processo il centro viene colpito in modo che si divida e sprigioni energia; per controllare la divisione dei nuclei si utilizzano delle “aste di controllo”, barre formate da un materiale che assorbe i neutroni.

L’energia sprigionata dalla reazione produce grandi quantità di vapore che nella maggior parte dei reattori è usata per trasformare l’acqua in vapore. L’energia sprigionata dalla fissione nucleare è molto maggiore rispetto all’energia prodotta negli altri tipi di impianto energetico e utilizza una quantità inferiore di carburante.

Negli anni ‘60, si è diffusa l’idea che le centrali nucleari fossero un pericolo per l’umanità; i media e le produzioni cinematografiche hanno poi alimentato questa credenza, riducendone l’utilizzo in tutto il mondo. L’incidente a Chernobyl, insieme ad altri eventi simili, ha rafforzato l’idea che questo tipo di energia fosse altamente problematica per l’umanità.