I tassi di efficacia dei vaccini sono davvero confrontabili?

Macroeconomia e Politica / Vox / 20 Marzo 2021


Negli Stati Uniti, i primi due vaccini Covid-19 disponibili erano quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna; entrambi i vaccini hanno "tassi di efficacia" molto elevati, intorno al 95%. Il terzo vaccino introdotto negli Stati Uniti, da Johnson & Johnson, ha un tasso di efficacia notevolmente inferiore: solo il 66%.

Se si confrontano questi numeri è naturale concludere che il vaccino di J&J è sicuramente il peggiore. Tuttavia, questo confronto non è la modalità corretta per capire l’efficacia effettiva di un vaccino, o per capire quali sono le conseguenze della sua assunzione. Gli esperti di salute pubblica sostengono che se si vuole davvero sapere quale vaccino è il migliore, l'efficacia non è in realtà il numero più importante da considerare.

Il tasso di efficacia di un vaccino è calcolato sulla base di test clinici condotti su decine di centinaia di persone; viene calcolato nello stesso modo per tutti i vaccini, ma ciò che può cambiare è il tempo in cui viene effettuato il test clinico. Moderna e Pfizer-BioNTech hanno effettuato i test clinici da agosto a novembre, un periodo dell’anno in cui i casi di covid-19 erano ridotti mentre J&J ha effettuato i test tra dicembre e febbraio, quando i contagi sono aumentati e la possibilità di essere infettati era maggiore.

J&J ha inoltre condotto i propri test in diversi paesi in cui erano già presenti le varianti del virus; nonostante questo, il vaccino J&J ha ridotto significativamente il numero di infezioni, anche se la probabilità di contrarre il virus era maggiore e ciò ne ha ridotto il tasso di efficacia.