L'inflazione statunitense aumenta le aspettative della Fed
Dopo aver sottovalutato le aspettative per cinque mesi consecutivi, l'inflazione ha accelerato in agosto e ha alimentato le scommesse sull’aumento dei tassi da parte della Fed. Robin Wigglesworth non esulta, ma sostiene invece che le prospettive a lungo termine rimarranno poco chiare.
I dati economici di giovedì hanno costretto gli investitori a ritenere che è possibile un aumento del tasso americano. Il tasso di inflazione statunitense ha accelerato del 1.9% nel mese di agosto e l’impennata del prezzo della benzina è stato uno dei fattori chiave. Nonostante questo, il tasso di inflazione "core" (esclusi energia e alimentare) è rimasto inaspettatamente forte.
Un’inflazione controllata è la ragione primaria per cui gli investitori si sono mostrati scettici all’inizio riguardo all’aumento dei tassi da parte della Fed, anche se molti funzionari hanno individuato ragioni idiosincratiche transitorie alla base di tutto questo. Le probabilità di un aumento dei tassi entro dicembre è salita da un 22% della settimana scorsa fino ad un 47% di oggi.
La risposta del mercato è comprensibile a causa delle premure riguardo alla “determinazione” della Fed di alzare i tassi, dell’assottigliamento previsto del Quantitative Easing (QE) della Banca Centrale Europea e a causa della minaccia da parte della Corea del Nord. La strada da percorrere oggi è quella che permette di spingere il rendimento del titoli del Tesoro verso l’alto.
Tuttavia, la mutata reazione di quest’estate riflette il profondo scetticismo degli investitori sull’inflazione nel lungo periodo e sulle prospettive del tasso di interesse. Sicuramente il futuro dei Fed Funds ancora suggerisce che la Fed alzerà i tassi ancora due volte entro la fine del 2018.