Perché il Dow non conta davvero

Mercati e Indici Finanziari / CNBC / 20 Giugno 2018


Il Dow Jones Industrial Average è l'indice azionario statunitense più seguito, ma potrebbe non essere il miglior barometro dei mercati azionari. Il Dow ha avuto la sua migliore performance nel 2017, ma nel 2018 ha registrato la perdita percentuale più consistente dall’agosto 2011. Nonostante tutti ne parlano, il Dow potrebbe essere forse una delle misure più controversie del mercato.

L’indice è composto da 30 delle più note compagnie americane provenienti dai settori più disparati. Proprio per il numero ristretto di aziende che comprende, molti ritengono che sia poco rappresentativo del mercato diversificato attuale. Proprio per questo motivo, molti di coloro che diffidano dell’affidabilità del Dow, prendono l’indice S&P 500 come indice di riferimento, comprendente 500 compagnie diverse.

Inoltre il Dow è un indice che da peso al prezzo delle azioni: varia al variare del prezzo delle azioni e non con il variare della capitalizzazione del mercato. Questo significa che i prezzi maggiori hanno un’influenza maggiore nella variazione dell’indice mentre prezzi più bassi non fanno variare di molto l’indice anche se il valore sottostante è molto maggiore.

Un altro problema riguarda azioni che sono sostituite nell’indice; di fatto nel tempo sono state variate molte volte, ma non esiste un criterio generale per l’accettazione o l’espulsione dall’indice. Proprio in questi giorni è uscita dall'indice, dopo più di cent'anni General Electric sostituita da Walgreens Boots Alliance quale società maggiormente rappresentativa nel mercato. 

Ma se il Dow è un indice poco descrittivo del mercato, perché tutti lo usano? Uno dei motivi è la sua storia passata di lunga durata; creato nel 1896, è il più vecchio indice azionario, oltre ad essere il più discusso.