WhatsApp fa causa ad una società israeliana

Innovazione e Tecnologia / Al Jazeera English / 30 Ottobre 2019


Facebook ha fatto causa a una società israeliana di cyber-sorveglianza per aver presumibilmente violato la privacy degli utenti del suo servizio di messaggistica crittografata, WhatsApp. La causa intentata a San Francisco è la prima azione legale nel suo genere, secondo Facebook. La compagnia afferma che NSO Group Technologies ha violato i telefoni di circa 1.400 utenti, prendendo di mira attivisti per i diritti umani, dissidenti politici e giornalisti.

Omar Abdul Aziz è un amico del giornalista saudita Jamal Khashoggi, ucciso nel consolato saudita a Istanbul nel 2018 e, lo scorso dicembre, ha intentato una causa contro l'NSO sostenendo che i suoi dati erano stati violati e l’operazione di hackeraggio avrebbe avuto un ruolo di primaria importanza nella morte di Khashoggi. Il gruppo NSO non ha direttamente negato l'hacking di WhatsApp, ma ha affermato di aver contestato le accuse e di aver promesso di "combatterle vigorosamente".

Marc Einstein, capo analista dei servizi digitali presso ITR Japan, ha dichiarato che ci sono più prove necessarie per concludere se le accuse contro NSO siano vere o meno, ma non si può negare che la compagnia venda strumenti di spionaggio ai governi. Il messaggio principale per i consumatori è che le app che si usano normalmente per scambiarsi messaggi e informazioni non sono così sicure come dichiarano. Telegram è usata da un numero sempre maggiore di persone perchè non c’è nessuna operazione di stoccaggio dei dati in un server centrale.